

Dopo la rottura del collo, il detentore dell’Ironman World record Tim Don era intenzionato a ricostruire la sua carriera. Ma prima doveva ricostruire il suo corpo. La persona a cui si è rivolto è stato il fisioterapista John Dennis.
Il fisioterapista John Dennis aveva lavorato con Tim Don per oltre un decennio. In quel periodo, aveva visto Tim riprendersi da diversi ostacoli. Ma nulla poteva prepararlo alla notizia che Tim aveva il collo spezzato. Non solo il fisioterapista di Tim, ma un suo caro amico, John, nel Regno Unito, è stato tra i primi a fargli visita nella sua casa a Boulder, in Colorado, negli Stati Uniti, dopo l'incidente. E quando era arrivato il momento, era proprio John che Tim aveva chiamato per farsi aiutare nel doloroso processo di recupero della forma fisica nella corsa. Di seguito John elabora la sua prospettiva sulla incredibile ripresa di Tim.
Ricordo che ero eccitato in vista degli Ironman World Championships di Kona l'anno scorso. Avevo seguito i progressi di Tim e forse quello sarebbe stato il suo miglior anno di sempre. Stava invecchiando, ma non stava rallentando.
Svegliarsi all’improvviso con la notizia dell'incidente di Tim pochi giorni prima della gara è stato un vero shock. All'inizio stavo solo cercando di scoprire se quello che era accaduto fosse davvero una cosa seria. Con una ferita al collo ti preoccupi delle complicazioni che questa potrebbe avere sulla tua vita di tutti i giorni. È stato un sollievo sapere che questo non era il caso di Tim. Successivamente, si trattava di capire come gli sarei potuto essere di aiuto.
Penso che la decisione di Tim di progettare il suo rientro sia stata quasi immediata. Ecco perché ha scelto di optare per farsi installare un halo piuttosto che fondere le vertebre, il che avrebbe potuto essere più facile nel breve termine, ma gli avrebbe limitato la mobilità in futuro.
Ho visto Tim per la prima volta circa un mese dopo l'incidente. Quel periodo iniziale in cui indossava l’halo era estremamente doloroso. Ha quasi provato a toglierselo da solo ad un certo punto.
Non avevo mai trattato un atleta con un halo prima di allora: come potete immaginare non è un infortunio sportivo comune e aggiunge molte considerazioni e limitazioni. Abbiamo dovuto adattarci di conseguenza.
Tim tornò in palestra il prima possibile, sempre indossando l’halo. Aveva un aspetto strano, ma penso che sia stato utile per lui tornare psicologicamente in allenamento, anche se all'inizio le sessioni erano molto leggere. Il primo obiettivo era solo quello di farlo muovere di nuovo. In coordinamento con il preparatore atletico, abbiamo iniziato a mantenere e a costruire la sua base di fitnes.
Con la mobilità della parte superiore del corpo limitata dall’halo, l'allenamento era inizialmente incentrato a riportare la mobilità e la stabilità nella parte inferiore del corpo. Ha trascorso molto tempo sulla cyclette per conservare la memoria muscolare. Abbiamo usato il cross trainer di tanto in tanto per apportare stimoli diversi. Ci sono stati un paio di battute d'arresto lungo il percorso, ma nulla che Tim non potesse gestire. Quando ha iniziato a spingere di più, le viti nel suo cranio si sono allentate e hanno dovuto essere tirate di nuovo, il che, come potete immaginare, non è un processo piacevole.
Quando l’halo è stato rimossto ed è stato sostituito con un collare, c'era più possibilità di variare gli esercizi, ma ovviamente dovevamo stare molto attenti a mantenere stabile il collo di Tim. Il massaggio dei tessuti molli è stato di aiuto man mano che Tim iniziava a concentrarsi sulla parte superiore del corpo e aumentava la complessità dei movimenti. Per aumentare ulteriormente la forza del corpo inferiore ci sono stati molti step-up e affondi, con fasce di resistenza utilizzate per il lavoro aggiuntivo di rotazione. Abbiamo inoltre lavorato su macchine come la leg press, ma l'approccio era sempre funzionale, con la corsa e il ciclismo in testa.
Anche gli esercizi di base sono stati una componente importante del programma. Tim faceva un sacco di addominali frontali e laterali, con movimenti e pesi aggiuntivi. Ciò serviva a costruire una base solida per quando Tim sarebbe tornato a lavorare con frequenze cardiache più intense. In effetti, Tim ora ha probabilmente un core più forte rispetto a prima dell'incidente. Speriamo che gran parte del lavoro che abbiamo svolto in quei primi giorni possa aiutare a prevenire gli infortuni con l'aumentare dell'intensità dell'allenamento di Tim.
Tim è rimasto concentrato e positivo durante tutto il processo di recupero, durante il quale credo sia stato aiutato dall'avere obiettivi come la maratona di Boston e, in definitiva, un ritorno a Kona. Voleva anche tornare a essere in grado di supportare maggiormente la famiglia, iniziando dalle cose semplici come aiutare in casa ed essere in grado di guidare di nuovo da solo. Penso che questo aspetto fosse in realtà più difficile per Tim che spingere attraverso gli elementi atletici della ripresa.
Tim potrà tornare al meglio delle sue capacità? Ci vorrà del tempo, ma il collo, salvo complicazioni, non dovrebbe limitarlo a lungo termine. In termini di aspettative sul recupero, è già in anticipo sui tempi. I dottori erano molto sorpresi di quanto velocemente potesse correre di nuovo.
Ovviamente ci sono dei rischi sulla strada del rientro in gara. Insieme agli altri membri della sua squadra ci siamo sempre chiesti quanto dovrebbe essere rapido il suo rientro, ma era più una questione di come, non se, sarebbe tornato di nuovo alla forma fisica competitiva. Riattivarsi il più presto possibile, rigenerare forza nelle aree giuste, aiuterà nel lungo termine, ma purtroppo non c'è alcun sostituto per il tempo trascorso in piscina, in bici e sui suoi piedi di nuovo in corsa.
La prestazione di Tim alla maratona di Boston è stata impressionante, ma non mi ha sorpreso. Gli ho scritto prima di dire che avevo puntato dei soldi su di lui che lo davano più veloce di 2:50, cosa che ha fatto correndo a 2:49. Mi ha detto che ha rallentato un po' dopo 25-30 chilometri, il che è positivo, non avrei voluto che si sfinisse nel suo primo evento competitivo dopo diversi mesi.
Tim ha sempre apprezzato dove si trovava e ciò che aveva raggiunto. Se riuscirà a tornare a correre ai massimi livelli sarà certamente contento. Penso che apprezzerà ancora di più gli ultimi anni della sua carriera. E come sempre, farà tutto il possibile per dare il meglio di sé.
John Dennis appare in L’uomo con un Halo, il cortometraggio che documenta il notevole recupero di Tim Don da un collo spezzato. Vedi il film su manwiththehalo.com.